1. Ci rivolgiamo a coloro che vogliono impegnarsi per la riforma e il
rafforzamento dell’Unione Europea. Tutti noi, e ancor più le nuove
generazioni, dovremmo avere piena consapevolezza del
fatto che l’Unione, dopo tragedie indicibili, ha assicurato ben 70 anni di pace.
2. Diritti e doveri di donne e uomini, di lavoratori e imprenditori, le libertà fondamentali sono valori scontati nei nostri Paesi, ma non è così in tanti Paesi fuori dall’Europa. Grazie alla evoluzione politica e democratica maturata, l’Unione Europea è chiamata dalla storia a esercitare una influenza positiva per una collaborazione pacifica tra diversi Paesi e culture.
3. L’alternativa di fronte alla quale ci troviamo è il rilancio dell’Unione Europea oppure il
ripiegamento verso gli Stati-Nazione. Sarebbe un paradosso, in tempi di
globalizzazione, lasciar prevalere lo sviluppo di potentati industriali e
finanziari transnazionali che operano fuori da ogni controllo
democratico. Un paradosso anche perché il nostro non è certo uno Stato
che brilli per efficacia ed efficienza.
4. Di fronte a Paesi a dimensione continentale come gli USA, la Russia, la Cina e l’India, la dimensione europea (con i suoi 500 milioni di cittadini) è la sola che può permettere di confrontarci e competere con successo, specie se si metterà a fattor comune il patrimonio di conoscenze scientifiche e tecnologiche che possediamo.
5. Auspichiamo quindi che si rafforzi nel nostro Paese un orientamento politico e culturale a favore di un rilancio dell’Unione Europea per isolare gli antistorici estremismi nazionalistici, spesso all’origine di dittature e di tragedie nella storia.
6. Senza un rafforzamento in senso federale dell’Unione Europea, i nostri singoli Paesi appaiono “disarmati”, deboli e soprattutto non in grado di affrontare da soli le grandi sfide della contemporaneità: crisi occupazionale, aumento delle diseguaglianze, adeguate politiche sociali, sicurezza, difesa dei consumatori, promozione delle innovazioni tecnologiche e scientifiche, controllo dell’ambiente e, evidentissimo, il problema delle immigrazioni irrisolvibile senza una collaborazione degli altri Paesi dell’Unione.
7. Senza Unione Europea i giovani non avrebbero più accesso ai vantaggi del programma Erasmus per gli studenti universitari e nemmeno alle “qualifiche professionali riconosciute” in tutti gli Stati Europei che favoriscono mobilità e occupazione.
8. L’Italia può trarre grandi vantaggi se sarà parte attiva e convinta della riforma e del rafforzamento dell’Unione Europea. Insieme a Francia, Germania e altri Paesi europei, l’Italia dovrà poter pesare ai tavoli dove si decide e dove si scrivono le regole di un futuro che ci riguarda direttamente.
L’Unione Europea allo stato attuale non è del tutto efficace e per questo va riformata in senso federale e democratico.